Perché il sonno è così importante? Un buon sonno migliora la memoria, l’attenzione, la concentrazione, il controllo emotivo, aumenta la creatività, ripara i danni al DNA, riduce l’obesità, il rischio di sviluppare il diabete, migliora l’alimentazione, riduce il rischio di sviluppare demenza, tumori, malattie cardiocircolatorie, malattie infettive, riduce ansia e depressione, rende più attrattivi e aumenta l’aspettativa di vita. Il sonno può essere paragonato a uno “spazzino” che ripulisce il cervello dalle sostanze tossiche di scarto del metabolismo. 

Un sonno di scarsa qualità ha effetti acuti: riduzione delle funzioni cognitive, stanchezza e affaticamento, irritabilità e umore depresso, ridotta performance al lavoro o a scuola, e cronici: ridotta aspettativa di vita, ipertensione, malattie cardiovascolari, obesità, infezioni, diabete e scarsa tolleranza al glucosio. Sul lavoro raddoppia il numero di incidenti, riduce la produttività e l’efficienza lavorativa aumenta le assenze per motivi di salute ed aumenta la spesa sanitaria e riduce il rendimento scolastico. Aumenta la sonnolenza diurna e il rischio di incidenti stradali da colpo di sonno. Il 22% degli incidenti stradali gravi e’ causato da colpi di sonno. I colpi di sonno raddoppiano la mortalità degli incidenti (11,4% contro 5,6%).

Una delle possibili cause di ridotta qualità del sonno è la Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS) che è caratterizzata sul piano clinico, da sonnolenza diurna e/o alterazioni delle performance diurna e russamento notturno. Sul piano fisiopatologico l’OSAS è caratterizzata dalla comparsa durante il sonno di episodi ripetuti di ostruzione parziale o completa delle prime vie aeree associati a fasiche cadute dell’ossiemia e conseguenti desaturazioni di ossigeno.

Il russamento rappresenta uno dei sintomi più importanti.

Il rapporto tra uomini e donne con diagnosi di OSAS è di 8:1 e maggiore. C’è una grave tendenza a sottodiagnosticare le donne nella pratica clinica. Questo perché, oltre che per ragioni sociali (la donna tende a negare soprattutto il sintomo russamento), ci sono importanti differenze di genere: gli uomini con OSAS sono sonnolenti, russano forte, hanno generalmente un’età compresa tra i 45 e i 65 anni, sono spesso fortemente sovrappeso, mentre le donne presentano stanchezza diurna, perdita di energia, disturbi dell’umore, depressione, cefalea mattutina, incubi e insonnia.

Ci sono tre momenti della vita della donna particolarmente a rischio: la gravidanza,  il post partum e la menopausa.

CI sono due distinti fenotipi clinici di OSAS in gravidanza: donne con un OSAS pre-esistente che può peggiorare e donne che sviluppano OSAS a causa del guadagno di peso. 

L’OSAS associato all’ipertensione può esitare in una nascita pre-termine.

Disordini del sonno, ansia e carenza di vitamina D sono associati ad un maggior rischio di depressione post partum.

Nelle donne in premenopausa l’OSAS è correlata alla disfunzione sessuale.

In menopausa l’OSAS ha una più alta prevalenza soprattutto nelle donne che non fanno una terapia sostitutiva ed è associato ad un precoce deficit cognitivo (deficit di memoria e ridotta funzione esecutiva già a partire dai 45 anni) e al dolore articolare.

Infine le donne con OSAS hanno un rischio maggiore di sviluppare ipertensione arteriosa.

Di qui la necessità di intercettare precocemente la patologia attraverso una valutazione clinica e un esame strumentale (polisonnografia o monitoraggio cardio-respiratorio) e di gestire il paziente individualizzando la terapia nei suoi vari approcci: igiene del sonno, controllo del peso, terapia posizionale, CPAP, apparecchio di avanzamento mandibolare (MAD), chirurgia otorinolaringoiatrica e maxillo-facciale.

Prof.sa Marzia Segù
Professore Associato
Università degli Studi di Parma