La cavità orale dell’uomo è uno dei sistemi microbiologicamente più attivi, insieme all’intestino, alla cute e all’apparato genitale, in cui troviamo più di 700 specie batteriche che giocano un ruolo fondamentale nel garantire il benessere e lo stato di salute dell’ospite umano, nonché l’omeostasi dei microbiomi orali. Se predominano i patogeni, l’equilibrio si interrompe e si può avere la comparsa di una varietà di malattie orali, di cui alcuni sono batteri patogeni ed altri commensali; questi ultimi tra cui parodontite, carie, infezioni odontogene e mucosite orale.
Le problematiche parodontali sono uno dei maggiori fattori di rischio per altre patologie sistemiche, come problematiche polmonari, diabete mellito, aterosclerosi e patologie a carico dell’apparato cardiovascolare.
Numerosi studi mostrano come la parodontite crei una maggior concentrazione di granulociti neutrofili a livello del torrente circolatorio e maggiori valori di marker infiammatori sistemici (come la proteina C-reattiva) comparati con quelli di persone sane. In particolare, quest’ultimo parametro può essere un indicatore predittivo dello sviluppo di patologie ischemiche, aterosclerosi e difetti nel controllo metabolico del diabete. In aggiunta, sembra essere uno dei più importanti fattori di rischio durante la gravidanza.
I problemi di salute orale e le infezioni orali materne sono purtroppo molto comuni in gravidanza. Questo si verifica perché spesso la salute orale viene messa in secondo piano dalle gestanti in quanto la gravidanza assorbe tempo, energie e risorse per numerosi altri controlli ed esami, ma i complessi cambiamenti fisiologici cui è soggetta la donna in questo periodo, possono influire negativamente sulla salute orale e, conseguentemente, compromettere sia il suo stato di salute generale che quello del feto.
Assistiamo a modificazioni ormonali, vascolari ed immunologiche nonché nelle abitudini alimentari e nell’igiene orale che costituirebbero di per sé un fattore promotore della crescita di batteri patogeni, molti di essi anaerobi, a scapito di quelli commensali. Si verifica così una disbiosi del microbiota orale commensale, una rottura di quell’equilibrio microbico che è fondamentale per mantenere in salute l’ospite umano e, di conseguenza, la donna in gravidanza risulta più suscettibile sia a lesioni a carico dei tessuti duri che a lesioni che interessano i tessuti parodontali (malattia parodontale ed epulide gravidica). Inoltre, si assiste ad un aumento dei livelli circolanti di estrogeno e progesterone che, associati a un cambiamento dell’assetto immunitario e ad un’alterazione della composizione salivare, indurrebbero un aumento significativo della permeabilità vascolare che, in presenza di placca, favorisce una maggiore infiammazione gengivale.
Si stima che problematiche parodontali colpiscano tra il 14,2 e il 54,8% delle donne in gravidanza, mentre l’11% sviluppa parodontite.
La parodontite è collegata a severe complicanze durante la gravidanza come parto prematuro, basso peso alla nascita e diabete gestazionale.
La ragione potrebbe essere collegata con la migrazione di batteri patogeni all’unità feto-placenta oppure all’effetto dei mediatori infiammatori come interleuchina, fattore di necrosi tumorale alfa (TNF alpha) e prostaglandine E2 (PGE2) sull’unità feto-placenta.
In individui con problematiche parodontali, la flora batterica sottogengivale è in intimo contatto con l’epitelio danneggiato delle tasche parodontali, il che permette ai batteri di accedere alla circolazione sanguigna. Questo sembra essere il meccanismo alla base dell’associazione tra problematiche parodontali ed eventi avversi durante la gravidanza.
Per prevenire questi rischi in gravidanza e mantenere una buona salute orale inibendo la crescita dei principali batteri patogeni è utile suggerire alle future mamme di avere un adeguato controllo meccanico e chimico del biofilm batterico, mediante il costante utilizzo di ausili di igiene orale domiciliare individuale come supporto al trattamento professionale di debridement meccanico non chirurgico. Oggi si impostano dei trattamenti personalizzati e gli sforzi terapeutici si sono concentrati sulla natura microbiologica della patologia orale avvicinandosi sempre più alla concezione dell’utilità di terapie aggiuntive “naturali” che si scostano dai classici antimicrobici e antibiotici che nel tempo possono provocare una resistenza di alcuni ceppi batterici.
Per ripristinare l’equilibrio microbiologico, esiste un gruppo di batteri benefici chiamati paraprobiotici che sono microrganismi non vitali o estratti privi di batteri con la funzione di fornire benefici all’ospite offrendo bioattività aggiuntive ai probiotici, incluse ma non limitate ad attività antinfiammatorie, immunomodulatorie, antiproliferative e antiossidanti. Quest’ultimi possiamo trovarli per esempio all’interno di dentifrici e mousse. Sono dunque utili per il trattamento e la prevenzione di diverse malattie orali e, i risultati di recenti studi clinici suggeriscono il loro uso anche per la gestione dell’infiammazione gengivale, in aggiunta alla terapia parodontale non chirurgica.
Dott.ssa Giulia Perego
Igienista Dentale
Dott Alessandro Chiesa
Igienista Dentale
Dott.sa Camilla Preda
Igienista Dentale